07/05/2023
di Gabriella Giubilaro
“Patañjali ha organizzato in maniera sistematica la filosofia yoga esponendola sotto forma di aforismi o sūtra, dandole anche un ordine sequenziale. In un percorso yogico, anche la progressione o l'elevazione dalla condizione mondana verso quella spirituale segue un ordine e una sequenza” (B.K.S. Iyengar, Geeta Iyengar 2005, p.27)
Posizioni rilassanti e posizioni eccitanti
Per i praticanti di yoga e per gli insegnanti è importante capire come sviluppare una sequenza di āsana. Come dice Guruji (Ārogya Yoga, p. 24-25), il momento della giornata e la pratica devono essere fissate secondo le proprie esigenze e la sequenza degli āsana secondo la propria capacità. Rispettare le proprie capacità significa anche poter poi mantenere la pratica per tutta la vita evitando posizioni o sequenze potenzialmente pericolose o inadatte e prevenire le difficoltà.
In certi sistemi di yoga c’è una sequenza sola da seguire, oppure si hanno delle sequenze fisse. Nella pratica dell’Iyengar Yoga, invece, le sequenze possono cambiare, e anche il modo di praticare un āsana può cambiare, per cui è importante capire la logica di una sequenza e non mescolare gli āsana a caso, con possibili effetti negativi non solo sul corpo, ma anche sulla mente e sul sistema nervoso.
Di nuovo Guruji spiega chiaramente i motivi per cui le sequenze possono e devono cambiare: “I principali āsana in piedi sono stati spiegati nei capitoli precedenti. Adesso passiamo alla fase successiva: mettere questi āsana in sequenza nella nostra pratica. All’inizio il fattore più importante nel determinare la sequenza è lo stato del corpo e della mente del praticante, condizione che è influenzata da vari fattori come lo stato generale di benessere della persona, l’ora del giorno, gli eventi occorsi durante il giorno o anche il clima. È quindi impossibile elaborare un programma fisso per la pratica quotidiana. A volte il corpo è stanco o pigro, altre volte la mente è restia, certi giorni invece ci si sente energici, allegri e desiderosi di iniziare la pratica. Bisogna tenere conto di tutte queste condizioni durante la pianificazione di una sequenza di āsana.”
(Ārogya Yoga, p.73)
Alcune posizioni sono eccitanti o tonificanti, come Salamba Śirṣāsana, mentre altre posizioni sono calmanti o rilassanti, come Salamba Sarvangāsana. Quando si dice che un āsana è rilassante, significa che ha un effetto calmante o rilassante sul sistema nervoso e sulla mente; quando è eccitante, che ha un effetto tonificante o eccitante sul sistema nervoso e sulla mente. Per un principiante è difficile distinguere tra i due effetti per vari motivi. Il motivo principale è la mancanza di sensibilità, che si sviluppa nel tempo con la pratica, con l’attenzione e con la cura nell’eseguire le posizioni.
Un altro motivo è la difficoltà di eseguire gli āsana quando il corpo è rigido o duro. In tal caso tutte le posizioni sono difficili, e lo sforzo che si compie, creando calore, fa sembrare le posizioni eccitanti (in inglese si dice 'heating', che significa 'che riscalda'). Per esempio, per un principiante che pratichi Salamba Sarvangāsana, lo sforzo muscolare è tale da creare un calore che maschera l’effetto rilassante della posizione medesima. Quindi, quando c’è molto sforzo, la posizione rilassante può diventare una posizione eccitante o che riscalda. L’effetto rilassante c’è, ma viene mascherato o nascosto dallo sforzo.
Ovviamente una persona giovane e forte ha dei limiti diversi rispetto a una persona non più giovane o debilitata, quindi la condizione del praticante è fondamentale per capire se una posizione è troppo faticosa oppure non lo è.
Inoltre, certi āsana possono avere un effetto differente sul corpo e sulla mente a seconda di come vengono eseguiti. Dunque è importante non solo l’ordine della sequenza, ma anche il modo in cui si pratica un āsana.
Gruppi di posizioni
Guruji diceva che certe posizioni hanno un effetto più profondo sul cervello che lo stesso Śavāsana. Questo significa che quando la mente è irritata praticare direttamente Śavāsana non basta. Spesso i praticanti fanno confusione tra effetto sul corpo ed effetto sulla mente. Infatti Śavāsana è un caso esemplare in quanto i principianti non riescono a rilassare la mente, perché non sono in grado di abbandonare il peso del corpo (Cugusi, Sadhana Blog, 2023)
Una posizione semplice, come allungare le gambe o le braccia, può richiedere poco sforzo, ma ha comunque un effetto rilassante sulla mente (ad esempio praticare Adho Mukha Śvanāsana con la testa appoggiata su un mattone, o Setu Bandha Sarvangāsana con un supporto sotto il bacino).
Le posizioni eccitanti o tonificanti sono:
Le posizioni addominali – Udara Ākunchasa Sthiti
Le posizioni in piedi – Utthiṣṭha Sthiti
Le estensioni indietro – Pūrva Pratana Sthiti
Sūrya Namaskār
Salamba Śirṣasana e variazioni
Le posizioni rilassanti o calmanti sono:
Gli allungamenti in avanti –Paśchima Pratana Sthiti
Le posizioni supine con e senza supporti – Viśrānta Kārana Sthiti
Le torsioni – Parivṛtta Sthiti
Le posizioni sedute – Upaviṣṭha Sthiti
Adho Mukha Śavanāsana
Salamba Sarvāṅgāsana e variazioni
Viparita Karani e Setu Bandha Sarvāṅgāsana con o senza supporti
Śavāsana
Nella pratica è consigliabile che la sequenza degli āsana abbia all’inizio le posizioni tonificanti e poi quelle calmanti. Non si mescolano fra di loro questi gruppi di posizioni. Sempre, dopo una pratica impegnativa e tonificante, è necessario dedicare abbastanza tempo alle posizioni rilassanti per calmare la mente.
Una sequenza è come la scalata di una montagna. Vengono innanzitutto i preparativi, poi il viaggio fino alla montagna, la scalata, l'arrivo alla sommità ed infine la discesa e il ritorno a casa. Come non si affronta una scalata impegnativa senza prima essersi adeguatamente preparati, nello stesso modo bisogna allenarsi con costanza per arrivare a fare una pratica di yoga impegnativa.
Nello yoga sono più importanti la costanza e la pratica giornaliera piuttosto che una pratica impegnativa ma saltuaria. Importante è anche osservarsi alla fine della pratica, cioè bisogna sviluppare quella sensibilità che ci permetta di capire che effetto ha avuto la pratica non solo sul corpo, ma anche sul sistema nervoso e sulla mente. Se dopo la pratica ci si sente nervosi e irritati con tutto il mondo, allora la nostra pratica non era bilanciata; se invece ci si sente in pace con sé stessi e con il mondo, allora la pratica ha creato la pace interiore.
Ripeto, è importante non confondere la stanchezza fisica con l’effetto sul cuore e sulla mente.